Exhibitions Events
Eventi organizzati in occasione
di @artdays_napolicampania.
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Per ulteriori informazioni: fondazione@bartolomeogatto.com
FRAMMENTI E PROSPETTIVE
dal 20 al 27 Ottobre 2024
Fondazione Bartolomeo Gatto – Via Giovi Altimari 10 – Salerno
Lun - dom dalle ore 10.30 alle 13.00 o su appuntamento
Fondazione Bartolomeo Gatto in centro – Corso Garibaldi 241 – Salerno
Lun dalle 17.30 alle 20.30
Mar – Sab dalle ore 10.00 alle 13.00 - dalle 17.30 alle 20.30
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Frammenti e prospettive è una immersione nelle opere di uno degli interpreti più poetici e complessi del paesaggio contemporaneo. Bartolomeo Gatto rappresenta la natura come uno scenario visivo di cui ne sonda l'anima, restituendone frammenti di verità universali. Le sue tele fondono il visibile e l'invisibile stimolando a guardare oltre la superficie delle cose.
Questo approccio è evidente nella mostra “Frammenti e prospettive” che viene presentata in due differenti location: la Galleria Il Cigno, in Corso Garibaldi, e la sede della Fondazione Bartolomeo Gatto, sulle colline salernitane.
I ”frammenti" a cui allude il titolo sono simboli di una realtà più grande, enigmi cromatici e formali che emergono con vigore da un'esplorazione della materia. Le sue pennellate dense e avvolgenti raccontano di un'energia primordiale, quasi vulcanica, che si stempera in un'infinita gamma di tonalità, evocando al contempo calma e forza. Gatto non si accontenta di rappresentare un paesaggio statico, ma ci offre delle "prospettive", dei punti di vista unici che mutano e si evolvono, creando un dialogo continuo tra lo spettatore e l'opera.
Nel lavoro di Gatto, la dimensione naturale si trasforma in un codice simbolico, una sorta di grammatica spirituale che va decifrata. Come sottolineava Pierre Restany, teorico e critico dell'arte contemporanea, l'opera di Gatto si inserisce in una “logica di pensiero cosmico” dove l’artista non è soltanto un osservatore ma un interprete del mistero della creazione. Gatto esplora la relazione tra l'uomo e il suo ambiente naturale, frammentando i dettagli del paesaggio per rivelarne i segreti nascosti. Restany vedeva in queste opere un'incessante ricerca di equilibrio tra il caos apparente della natura e l'ordine sottostante dell'universo, percepibile solo attraverso uno sguardo interiore.
È Everardo Dalla Noce, un altro conoscitore dell'arte di Gatto, a sottolineare come nei suoi lavori si colga una capacità rara: la rivelazione di una "geografia emozionale". Nei paesaggi di Gatto, la dimensione fisica e quella emotiva si sovrappongono in modo indissolubile. I suoi scenari, pur essendo riconoscibili nella loro struttura, trascendono l'esperienza quotidiana per diventare luoghi dell'anima, mappe che guidano chi osserva verso territori inesplorati della propria coscienza.
Questa mostra offre l’opportunità di attraversare questi mondi pittorici complessi, dove ogni pennellata e ogni tonalità raccontano una storia fatta di profondità e leggerezza, di amore e di amicizia, di guerre e di passioni. I paesaggi di Gatto raffigurano frammenti di pietra che, combinandosi, svelano prospettive inedite e sorprendenti.
In un'epoca dove il paesaggio è spesso vissuto in modo superficiale o puramente estetico, Gatto ci invita a riflettere, a immergerci nella trama della natura per comprenderne l'essenza più profonda dell’essere umano. Una meditazione visiva, un invito a esplorare le dimensioni nascoste del reale.
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DECOSTRUZIONE E COSTRUZIONE DEL PAESAGGIO
dal 19 al 27 Ottobre 2024
Ex Ospedale Militare – Napoli
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OPENING: 19 Ottobre 2024 - ore 18.00
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Sono di legno la molteplicità di cubi su cui Bartolomeo Gatto imprigiona le immagini tradizionali e li utilizza per una esplorazione della realtà che frammenta e ricompone
La composizione, apparentemente caotica, invita lo spettatore a un'interazione attiva. Non è semplicemente un'opera da osservare, ma un gioco intellettuale e sensoriale che coinvolge la manipolazione fisica degli elementi. Spostando e combinando i cubi, l'osservatore può creare infinite configurazioni, ognuna delle quali racconta una storia diversa. Questa dimensione ludica trasforma l'opera in un'esperienza personale e unica per ogni individuo, permettendo a ciascuno di costruire il proprio universo visivo.
L'uso del legno come materiale conferisce all'opera una qualità organica e tangibile, rendendo i mondi rappresentati su ogni cubo ancora più affascinanti nella loro varietà tattile e visiva. I colori e le forme dipinte sfidano la tradizionale percezione bidimensionale della pittura, esplodendo in una tridimensionalità che coinvolge lo spazio e il movimento.
Gatto "imprigiona" in ogni cubo una porzione di realtà, ma è solo attraverso la loro combinazione che emerge un quadro più completo e complesso. Questo atto di decostruire e costruire rispecchia la frammentazione della conoscenza, suggerendo che la verità non è mai univoca ma sempre molteplice e in divenire.
È un'opera che celebra la pluralità delle prospettive e la capacità dell'arte di trasformare la percezione della realtà in un'avventura creativa.
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STRADARIO DELLE CREPE - WORKSHOP A CURA DI ELENA IACONO
27 Ottobre 2024 dalle 10.30 alle 12.30
Fondazione Bartolomeo Gatto – Via Giovi Altimari 10 – Salerno
Evento inserito nel mese della fotografia in Campania promosso da FIAF Regione Campania
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Il workshop Stradario delle crepe sarà formato da due parti: una parte narrativa e una pratico-laboratoriale.
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Parte narrativa: l’incontro partirà con un breve racconto sulle vicende personali e sui processi che hanno portato alla nascita degli “Stradari delle crepe” (primo tra tutti il tema del terremoto), opera fotografica creata da Elena Iacono nel 2023 in seguito al Lab di Cult 147 FIAF tenuto da Valentino Petrosino e, successivamente, selezionata in una sua versione fotografico-didattica come vincitrice dell’ottava edizione della Biennale dei Giovani Fotografi Italiani (svoltasi al CIFA di Bibbiena a settembre 2023). Durante il racconto si parlerà soprattutto dell’importanza della formazione e degli interessi personali che vanno oltre la fotografia: le competenze e le conoscenze personali possono permettere alla fotografia di nutrirsi ed evolversi, creando delle ibridazioni personali e originali.
Parte pratico-laboratoriale: A ogni partecipante al workshop verrà chiesto di portare una foto stampata su carta NON fotografica, a colori o in bianco e nero, di una propria crepa (1) (Per questo motivo sarebbe utile avere un’adesione dei partecipanti al workshop, avendo la possibilità di comunicare con loro tramite email per “prepararli” al laboratorio). Ai partecipanti saranno fornite varie foto di crepe dall’archivio fotografico di Elena Iacono e un foglio che servirà da supporto per svolgere il laboratorio. L’attività consisterà nel realizzare uno “Stradario collettivo” delle proprie crepe intersecando in maniera libera, tramite la tecnica del collage, le varie linee delle crepe. L’operazione di creazione dello stradario sarà realizzata in gruppo e ognuno, individualmente, inserirà nella mappa anche la propria crepa.
(1) Il concetto crepa può essere sviscerato in maniera molto libera e personale. Le crepe non sono solamente solchi nei muri ma possono essere individuate in moltissimi elementi: rami di alberi, texture particolari, ferite fisiche come le cicatrici, fulmini e ogni cosa la mente associ ad una crepa. La cosa più importante da tenere a mente è che la crepa deve essere qualcosa di personale, una frattura (negativa o positiva) che abbia un significato profondo per ciascun partecipante.
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Motivazione e obiettivi: Questo workshop vuol far comprendere ai partecipanti l’importanza della fotografia non solamente come mezzo artistico ma anche come strumento didattico e “terapeutico” per aumentare la consapevolezza su se stessi e sul mondo. In questo caso individualità e collettività si fondono per dare origine ad un lavoro che sia sintesi del vissuto eterogeneo del pubblico presente al workshop. Il laboratorio parte dalle crepe: simbolo per eccellenza per indagare più a fondo il proprio rapporto, spesso complicato se non traumatico, con gli spazi dell’intimità (primo fra tutti quello della Casa). Mentre una crepa ci isola, ci contiene e ci inghiottisce, tante crepe insieme possano creare una stratificazione di strade che ci permettano di iniziare a muoverci. La possibilità di movimento vuole essere un vero e proprio simbolo di riscatto e cambiamento. Quando si è bloccati, specialmente a seguito di un trauma, a volte la cosa più difficile è proprio fare un passo verso qualcosa. Costruendo uno stradario possiamo iniziare a capire lo spazio e a scoprire noi stessi tramite dei luoghi, possiamo intraprendere una direzione se non addirittura orientarci.
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Materiali: stampe di foto a colori o b/n A4, uno o più fogli di carta pacchi, colla stick, forbici, pennarelli indelebili neri, pennarelli colorati.
Tempistiche:
Parte narrativa: massimo 30 minuti
Parte laboratoriale: circa 1.5 ore
Durata complessiva: circa 2 ore (per un massimo di 2.5 ore)
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FINISSAGE DELLA MOSTRA CON PAOLO ROMANO
PRESENTAZIONE DEI LAVORI DEL WORKSHOP
APERITIVO
27 Ottobre 2024 dalle 12.30 in poi
Fondazione Bartolomeo Gatto – Via Giovi Altimari 10 – Salerno